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A Un Passo Da Qui è il titolo del nuovo disco di Marco Rò, un viaggio introspettivo e poetico tra i viali delle contaminazioni musicali e del vento dei suoi diari di viaggio nel mondo.

Dopo l’uscita estiva del singolo La Scala Mobile, A Un Passo Da Qui viene pubblicato nell’autunno del 2017, accompagnato dall’uscita di Dune che vede la partecipazione della giornalista e scrittrice Laura Tangherlini.

Tutte le canzoni affrontano tematiche sociali e sono affrontate sotto il segno della raffinatezza musicale.

Il brano Immagini a Righe dove partecipa Marco Conidi affronta il tema delle carceri italiane e in generale di tutte le sensazioni provate dall’autore nel partecipare a varie iniziative benefiche all’interno della casa circondariale Rebibbia di Roma.

A Un Passo Da Qui contiene una versione acustica del brano C’era Una Volta, eseguita live negli studi di Capital Fm, prima radio moscovita in lingua inglese, e il brano Mosca Mon Amour con Kira Franka, scritto durante un lungo tour in Russia.

Il videoclip della canzone A Un Passo Da Qui, realizzato da Valerio Nicolosi ha vinto il Premio FSNews Radio per originalità del progetto che unisce nuove sonorità a nuovi stili

One Step, la versione inglese della title track è stata registrata all’Abbey Road Institute di Londra.

Dune è la colonna sonora del documentario Matrimonio Siriano ideato da Laura Tangherlini.

A Un Passo Da Qui è anche il titolo del progetto di sensibilizzazione sui temi già citati a cura di Marco Rò e Laura Tangherlini.

La Lista

Sembra fermarsi tutto questa notte di rimpianti
Solo tu, solo tu potevi farlo
Non sarebbe mai successo sennò
Solo tu che conoscevi tutto
Avresti usato le parole giuste per vendicarti
Dei miei silenzi e dei miei momenti

Ma quanti fuochi a capodanno
Quante stelle a San Lorenzo
Cosa c’e’ poi di sbagliato in un miracolo mancato
E riflettere e pensare
Stare svegli a ricordare non serve
Come la nostra lista di posti dove andare

Le cose spesso cambiano
Se poi ne parli troppo ad alta voce
E non serve arrivare fino al sole
Per sapere quanto brucia
Ciò nonostante, le notti amare,
E i tuoi silenzi a dirmi cosa fare, a questo punto, per cancellare
Tutto un libro scritto male

Ma quanti fuochi a capodanno, quante stelle a San Lorenzo
Cosa c’e’ poi di sbagliato in un miracolo mancato
E il tuo saperci fare io l’ho già dimenticato
Come la nostra lista di posti dove andare

Immagini a Righe feat. Marco Conidi

Incatenato, un’anima senza luce, senza fiato
Parole che muoiono dentro le sbarre
Inutile il respiro di ogni giorno
Silenzio, la voce dei muri qui intorno senza una vita
La libertà un vecchio antenato, un quadro già rovinato

Immagini a righe
Ogni cosa che guardo è firmata da ferri da righe
Quello che era un sole ora sembra un inferno
Le pieghe sono dentro i miei occhi, che ho perso da tempo
Da tempo non ci sono più

Riabilitato, parola che piace tanto in questo stato
La vita ricomincia senza peccato
Credibile la fatica di ogni giorno
Rumore, parole già vuote e nascoste dentro una vita
La liberta un nuovo alleato, l’infame che mi ha tradito

Immagini a righe,
Questo tempo bastardo si agita come le spighe
Accarezzate dal vento in ogni momento
Le pieghe sono dentro i miei occhi che ho perso da tempo
Da tempo non ci sono più

Ho fatto danni e da dieci anni questa è casa mia
Quella cazzata ormai datata non si lava via
Quanto aiuto a Dio, quanti sguardi bassi, quanti
Vedessi l’orizzonte che si curva guarderei avanti

Tutto Quello Che Non Sai

Respiro solo un altro po’ il profumo di buono che si consuma
E soffoca il mio spirito trasparente e leggero
ma stanco davvero di guarire la sua malattia
strofinando la cura tra le sue mani
Attento a non versare nemmeno una goccia, solo una goccia

Solo a te confiderei che non riesco a fare a meno
Di scappare da quassù per respirare il tuo veleno
Tutto quello che non sai e credimi stavolta è vero
E’ che solo a te confesserei, penso ancora a noi

Sorrido per un attimo,
E nell’eco di un suono anche tu sai di buono
Un sorso e sento l’acido
Ma che importa se almeno il cielo è sereno
E ripeto non è colpa mia
Sto firmando la scusa in calce al domani
C’è poco da pensare
Ancora una goccia, solo una goccia

Sei la parte che funziona
Per la melodia che suona
Ma non sarai mai la mia canzone

Ale

Sei bella e sorridi in un raggio di sole,
profumi di sogni, colori e speranze
C’è sempre chi dice: “non tutto è per sempre”
E c’è chi dà ascolto e chi non vede e non sente.
Ma non si è pronti mai quando si spegne la luce
Trasformi i sorrisi e diventano lisi

Ale sapessi quanto fa male
Costretto a ricordare per viverti normale
Ale continua a camminare
A chi potrai spiegare che tutto si può fare

Chi è l’uomo più saggio? Chi ha poco coraggio
Invento teorie, declamo certezze
Poi scrivo poesie e mi aspetto carezze
Lo chiamano Dio, lo chiamano fato
Io osservo ingiustizie e non so mai chi è stato
Per anni di battaglia senza alloro e medaglia
Da Roma a Milano, stringendo una mano
Abbracci di fango distrutti se piango

E scrivo “speranza” e leggo “sentenza”
Confido nel siero che salva il pensiero.

Ale sapessi quanto fa male
Costretto a ricordare per viverti normale
Ale continua a camminare,
C’è Giulia a cui spiegare che il vento può cambiare
Ma tutto si può fare

La Scala Mobile

Io aspetto un’altra immagine riflessa nello specchio
Mi esalto mi abbandono e mi rimetto in sesto
Cento, mille volte questa strada
Centomila fotocopie di stelle, di bottiglie e di fontane

E ogni tanto piove lentamente quasi col timore
Di interrompere qualcosa e disturbare
Ops

Io come contromano sulla scala mobile
Passo dopo passo mi avvicino e mi allontano
Solo che ora non mi agito più
E passo dopo passo tiro il fiato
E saluto con la mano

Magari un giorno capirò quanto tempo ho perso
Imbottigliato, fermo ad un semaforo
Imbottigliato come un veliero da collezione
Coccolato e custodito e mai finito
E mai mostrato

Io come contromano sulla scala mobile
Passo dopo passo mi avvicino e mi allontano
Solo che ora non mi agito più
E passo dopo passo tiro il fiato

Duecento all’ora, il quotidiano correre del tempo
Mi imprigiona sulla scala mobile

Io come contromano sulla scala mobile
Passo dopo passo mi avvicino e mi allontano
Solo che ora non mi agito più
E passo dopo passo tiro il fiato
E saluto con la mano
Ciao

Dune feat. Laura Tangherlini

Nulla prende forma a caso, neanche il fumo sopra il fuoco
Ed io in attesa che ti lasciassi andare
Le tue mani, la mia bocca,
Il respiro mio si blocca ma lo riprendiamo insieme
A ogni nota e tu sei un fiume
E così, mentre il giorno chiude gli occhi
Mi hai lasciata entrare

E tutto intorno a noi dune,
Un noi che e’ così naturale

Il destino non esiste, è una trappola celeste
Per chi crede che non basta ragionare con la testa
Non arrendersi per non bruciarsi, o lasciarsi andare
Poi le mie mani la tua pelle, il mio fato tra le stelle
L’emozione finalmente, io che non capisco niente
E così apro gli occhi e tu il mio cuore
E ti lascio entrare

E tutto intorno a noi dune
Un noi che e’ così naturale

E da allora è tutto qui,
Una scritta sulla sabbia ma la disegniamo in due
Volti persi dentro l’alba del nostro deserto perfetto

E tutto intorno a noi dune
Un noi che e’ così naturale
E tutto intorno a noi dune
Per noi da sempre ad aspettare

A Un Passo Da Qui

A un passo da casa
Nemmeno un po’ d’aria
Nemmeno una stella
In terra di Siria

Dov’è la mia scuola
Dove i miei compagni
E dove i miei sogni
Tra lacrime e ordigni

A un passo da qui il rumore
La notte rimbomba dell’eco di bombe
In casa si muore

Lontano da qui i pensieri
Esiste qualcuno a cui importi davvero
Di come ero ieri

Un passo sull’altro
Ho paura ma in fondo
Lo so, non potranno zittire tutte le scuole del mondo
E un passo in ritardo
Lo ha fatto “mama”
Chissà se nel cuore il dolore passava
O c’era il mio sguardo

A un passo da qui
A un passo da qui
Esiste qualcuno a cui importa davvero
Davvero

Sul Paradosso

Mi fa un po’ paura la misura
Nelle cose che non voglio misurare
E può far male darsi delle priorità

E non voglio fare a meno
No, nemmeno della strana voglia che ho
Di superare e svalutare un’ovvia possibilità

Perché mi piace stare in bilico sul paradosso
Codice rosso, attento alla normalità.

E come si può fare a sorvolare
Le questioni che mi rubano soltanto tempo
Voglio vento, sole e vento
Per volare via di qua

Lo sai mi piace stare in bilico sul paradosso
Codice rosso, lo so lo so che c’è un pericolo
Ma salto il fosso, allungo il passo e
Buona fortuna a chi resta di là
Attento

Lasciami vivere, lasciami vivere
Anche se non condividi e per questo non sorridi
Abbi pietà
Non voglio fare il duro nonostante l’esteriorità

Perché mi piace stare in bilico sul paradosso
Codice rosso, lo sai mi piace stare in bilico
E in alto mare, non so nuotare
Ma la mia vita è proprio questa

In Blu

Verde, come i ricordi
E le speranze che cambiano il tempo
Lasciano un segno il sole ed il vento

Complici amanti una volta
Ma solo per un momento
Ora soltanto creditori impazienti
Ed io sto pagando
Quel tuo sorriso di maggio al tramonto
Controluce

Ora che sto partendo
Ora che mi hai scoperto
Posso solo rinnegare questo cuore a cielo aperto
E tu tracci il mio profilo in blu

Riga gialla da non attraversare
Quelle frasi da non pronunciare
Rimanendo ai margini volontariamente
Testardo clochard impettito
E quanto avrei potuto fare
Per convincerti a restare

Ora che sto partendo
Ora che mi hai scoperto
Posso solo rinnegare questo cuore a cielo aperto
E tu tracci il mio profilo in blu

E dipingersi di nuovi colori,
E sorprendersi con una canzone
Ed accorgersi che la musica
Fa più male ancora delle tue parole

E dipingersi, e sorprendersi, e nascondersi
E sorprendersi, così

Mosca Mon Amour feat. Kira Franka

Digitale e seducente il tuo cinguettio
Ogni notte sogno te, virtuale amore mio
Mosca mon amour, ti amo, i love you

E così ho deciso
Di volare oh-oh, di volare da te
Dimmi quando, quando, quando
I will be with you
Mosca mon amour, ti amo I love you

Sapore di sale, sapore di mare
Sapore d’Italia persa al sole
Che cosa rimane di questo paese
Soltanto la voglia di cantare

Vedo nuvole pesanti e non l’azzurro su di noi
Ricchi e poveri innocenti,
Condannati, santi, eroi
Ci aggrappiamo ad un “ti amo”
Ci chiediamo “che sarà”?
Faccio il gesto, vado o resto, cerco la felicità

Gloria, gloria, qui non c’è più storia, storia
Anche se mi costa davvero
Io mi arrendo al pensiero
Che non basta più dirsi che è bello
Essere italiano vero, ma l’Italiano è nero

Così alla fine accetto col sorriso
Il fatto che qui sulla terra non esista il paradiso
Bravo! Bravo! Intanto resto qua

C'era Una Volta

Crisi cosa sei, sei un pericolo immediato e costante
Ora come mai, cataclisma di banche troppo grandi
Dimmi come fai, attraversi mari e ponti
Solo che nessuno sembra che alla fine faccia i conti

Ed ora che siamo tutti a tavola
A guardare l’Italia che si sbriciola

C’era una volta un paese
Che giorno dopo giorno arrivava a fine mese
C’era una volta una radio
Che giorno dopo giorno trasmetteva canzoni d’amore

E non c’era tempo di andare in crisi
Non c’era l’IMU ma c’era l’ICI

Dici che non sai cosa gira nel mondo
Ma comprati se vuoi uno smartphone
E navigherai anche sotto i ponti
E certo capirai che non c’è alternativa
Di restare qui e riempire il gettito dell’IVA

E adesso che sei fermo zitto e buono sul divano
A guardare una velina che ti manda a fare in “spread”

C’era una volta un paese
Che giorno dopo giorno arrivava a fine mese
C’era una volta una radio
Che giorno dopo giorno trasmetteva canzoni d’amore

E non c’era tempo di andare in crisi
Non c’era l’IMU ma c’era l’ICI

One Step

One step from home
Not a bit of air,
the lights in Syrian sky
are’nt shining stars

Where is my school
Where are my friends
And where’re my dreams
Among tears and bombs

ONE STEP FROM HERE, THE SOUND
THE SOUND OF BOMBS, ALL NIGHT RINGING IN MY EARS

FAR AWAY, MY THOUGHTS
IS ANIBODY THERE WHO REALLY CARES,
WE’RE DYING AT HOME

One step at a time
I’m afraid, but deep down
I know, they can’t shut down all schools in the world
One step too late
that mama took
Who knows in her heart
if she’d got the sorrow
Or just my eyes

ONE STEP FROM HERE, THE SOUND
THE SOUND OF BOMBS, ALL NIGHT RINGING IN MY EARS

FAR AWAY, MY THOUGHTS
IS ANIBODY THERE WHO REALLY CARES,
WE’RE DYING AT HOME

Prodotto da Stefano Bacchiocchi, preproduzione di Lorenzo Sebastianelli e arrangiamenti di Fabrizio Palma, si alternano in studio le collaborazioni di Lino Esposito, Yuki Rufo e Davide Massari (chitarre), Lino De Rosa  (basso), Nicola Polidori (batteria), Aidan Zammit (tastiere), Rossella Zampiron (violoncello), Rossella Ruini e Claudia Arvati (cori).

Romabella Records, 2017

Marco Rò sostiene Ti Amo Da Morire Onlus.